POMERIGGIO DA KARAM
Quello che mi tormenta
è la carogna che sarò
con piccoli inutili scomodi segni del tempo
la qualità delle immagini scade
mentre l’affetto diventa un badile
ma che commedia
ma che dipinto
ma quale musica
quindi al momento opportuno non farà più male
si spegnerà in un sorriso il bisogno di amare
appoggiati e assaggia con me
un panorama migliore
in un ospedale di periferie
si vede una barca che affonda nel mare
quello che il tempo non lascia
è la possibilità di una pausa
cedere i sensi di colpa
e abbandonarsi a una vita diversa
la densità delle cose proibite
viene tagliata da un cuore affilato
ma che peccato
ma che incoscienza
ma quale integrità
da qui si ha però in ogni modo
una vista migliore
la stanza di prima non mi permetteva
nemmeno di immaginare
potrò andare avanti così fingendo fino a morire
sorriderò e nessuno mai saprà perché
L’ALBERO DEL PECCATO
E’ quello che sei
è quello che fai
è come lo dici che non è facile
non è colpa tua
se sei così fragile
tanto sensibile
come la pelle livida
io onestamente non ho fame
magari soltanto un po di contorno e rose
pensa se dopo il conto ci fosse il mare
e mentre il sole affoga sarei irresistibile
123 passo lentamente
123tempo elegante
123 ballo sulle punte
delicato e chic
mi ricordo di me quando meno mi servo
quando mano alla spalla mi chiedono il cambio
ma poi non mi interessa e parlare è ius disturbo
io rimango con me
distraendomi con una vertigine
se io prendo te
tu prendimi l’anima
che è soltanto un impegno troppa responsabilità
per quando deciderò
che serve più un bugia
di tutti quei baci senza umidità
pensa se da stasera sparisse il cuore
del rapporto di coppia resterebbe solo il piacer
poi se addirittura trionfasse il male
il godimento tecnico sarebbe il comandamento massimo
123 fermo, gioco tutto
123 zitto mi trattengo
123 perdo per un punto di credibilità
cioè che resta di tutto è soltanto l’inizio
quando mano alla spalla chiamavo io il cambio
si lo so che si muore non sorridendo
ma la musica qui che mi fa da tassì mi solletica un po
LA DANESE ALLA CREMA
Dammi un attimo di Danimarca
farei di tutto per un po di brivido
quanta felicità sta in un angolo
se fossi un vicolo sarei strettissimo
prepara un piatto con ingrediente unico
un po di costa, spezie e un po di Messico
ciò nonostante io mi sento tipico
se fossi neve mi sporcherei subito
è la dove sarei un uomo migliore
mi potrei anche reinnamorare
solo così per questione di stile
e mi compiacerei
della cucina con vista sul mare
che dietro casa la spiaggia è il cortile
con quanto poco davvero potrei stare bene però…….
per me è lo stesso non la vivrò mai
ma invece mento e soffro come un cane
ogni danese ha in se la Danimarca
un po di burro e la mia soluzione
lasciami un po di Danimarca
ridammi l’angelo che avevo quando ci credevo
mi accontento anche di un posto piccolo
purché la lingua sia quella che non conosco
è sempre la
dove il cielo ti batte la testa
qualche giorno può pioverti in tasca
desiderare non basta
ma io mi immagino gia
un poeta da anni che abita il luogo
padrone del gergo di base
PINNACOLO A HIVDE SANDE
Guarda il mago delle bambole non ha più fame
il cane che non vuole più padrone è accecato dalla voglia di morsicare
dai una possibilità alla luce di non filtrare e di lasciare che l’oscurità faccia il suo piacere
fatti avvelenare piano piano
potresti avere male ai desideri e ai giochi di parole alla festa che si fa per onorare
il padre la madre
quanta pece da pestare prima di cadere nella pace nera del piacere
come ingerire pezzi di possibilità di fare cose senza pagarne le calorie del male
no non è possibile provare un desiderio così grande di solitudine
voglio nascondermi dal cielo anzi lo ruberò e lo porterò nel mio castello
e tutti quegli insetti fastidiosi che si nutrono d’estate quelli pagheranno l’alta scozia.
le isole limitrofe con case delle favole
con un passeggio inglese sarò in grado di viverle
sveglia, sveglia, alzate quella carne
chi dorme non partecipa, è sciabo e sa di muffa
seguitemi, seguitemi vi metterò l’aurora in mano l’oro in mezzo ai denti
e i pesci nella rete
approfittatevi di me finché mi sento buono senza trucco senza inganno
ma però non ve lo nego,
vorrei essere un tiranno questo è il palo li frasca
salto sempre senza l’asta e mi invento chi sarò?
vi presento l’ anormale
sgonfio , gobbo e trisessuale
accanto a lui c’è camomilla
la regina che sbadiglia
poi in coda il circo raro
un cimitero e il botteghino
alla fine il due di coppe
poveretto, fatto a fette
come farò a smettere di sognare
se i sogni vengono a cercare me
come farò a sopravvivere
lascio i miei demoni, io
vi lascio liberi
BELGIQUE
IO TENUTO ALLA PORTA DI OGNI VITA
TEMUTO SCANSATO MALEDETTO MAI BENE ACCOLTO , COMUNQUE IL PIU GROSSO DIFETTO
NO NON E’ COSì CHE SI TRATTA LA PARTE PIU GRANDE DELL’ESISTENZA E COMUNQUE LA SORTE DI OGNUNO DI VOI
MAI UN SORRISO DA CHI PORTO IN BRACCIO MA IL MIO E’ UN MESTIERE NON UN DISPETTO
RISPONDO A CHIAMATE DI VARIA NATURA DA CHI SCEGLIE L’ORA A CHI MUORE DI PAURA
MA CREDI CHE ANCH’IO NON ABDICHEREI ALLE VOLTE RISCHIANDO DI PERDERE IL POSTO
MA POI SAREI SOLO ED HO PAURA DI ME
RIDONO I SANTI E GIOCANO GLI ANGELI
IL FIGLIO DELL’UOMO E’ SEDUTO IN UN BAR
IO TRA LE TENEBRE HO SOLO RIMPIANTI
GRIDA, BESTEMMIE OCCHI GRONDANTI
IO NON NE POSSO PIU
NON CE LA FACCIO PIU
PER UN CUORE CHE FERMO UN ALTRO RIPRENDE
MA IO SONO LA MORTE NON CONSOLANTE
HO QUALCHE AMICO SOLTANTO PER GIOCO
E APPENA PARTECIPO TUTTO E FINITO
PERCHE NESSUNO MI DA LA FIDUCIA CHE MERITO FORSE UN POCHINO DI PIU
PERCHE TUTTI QUANTI CE L’HANNO CON ME ?
PREGANO IN TANTI NESSUNO CHE ASCOLTI
DALLA NOTTE DEI TEMPI GLI DEI SONO MOLTI
IO TRA IL DOLORE DI MADRI E PARENTI
LACRIME , RABBIA ED ISULTI PESANTI
NO….NON NE POSSO PIU
IO …NON CE LA FACCIO PIU
IL SEGRETO DI LIA ENDERSONN
dentro la sua casa delle bambole
Lia sistema le speranze ormai ridotte in briciole
cerca nei cassetti l’evitabile
non potendo più non smette un attimo di ridere
poi si ferma e apre un finestra
e il cielo si accorge
che c’è una stella in mezzo ad una te tempesta
ma non è colpa sua
fuori dalla casa delle bambole
Lia sorride a tutti
ha negli occhi l’impossibile
si accarezza il viso color cenere
guarda in alto e pensa che fra un po potrebbe piovere
e lei, prenderà la pioggia
tra le sue mani
lei berrà la pioggia
ma non è colpa sua
quanto senso trovano
i gesti che in un attimo
ritornano e ti scoprono
quanto peso portano
gli anni che si perdono
cercandosi ( ti uccidono )
torna nella casa delle bambole
chiudi le finestre poi incomincia a scrivere
ogni cosa che hai mancato vivere
cerca nei cassetti e troverai l’indescrivibile
e adesso Lia
riapre la finestra
il cielo è più vicino
e c’è ancora la tempesta…..
ma dopo passerà
Lia non è più fragile
è sempre color cenere
e aspetta le tue bambole
quando sei più debole
quando vorresti essere
sensibile
UNA MADRE COME TROIA
Tua madre è una troia
l’ho vista con un uomo che non è tuo padre
tuo padre è un finocchio
l’ho visto con la lingua in bocca a persona dello stesso sesso
la famiglia è distorta come l’effetto che fa una merda sopra una bella torta
troppo volgare ? e se adesso io al buon dio dicessi quello che vale
parlando poi di cazzo finirei col dire
che la pornografia è meno volgare del pudore e che io lecco anche il buco del culo
e tette e sono il figlio dello stupro dell’amore finito male
agio denaro successo , potere, per una sola di queste cose io mi farei inculare
guardami amore, scoreggio sempre mi puzza il fiato
esco con le puttane simpatizzo col travestito
vivere mi fa schifo, la positività il tenere duro, il costruttivo, crederci fino in fondo
devi leccarmi la corona dell’uccello come farebbe un cane con il culo del suo uguale
e poi balliamo per sdrammatizzare le parole fanno male
ma non quanto le figure che non puoi far scomparire
paragonami al letame ala vomito del terminale
alla lebbra o a ciò che più ti fa sentire male
ho perso i miei giorni migliori cercando dei giorni migliori
e adesso mi resta soltanto questa volgarità a consolarmi l’ignoranza
lascio ogni speranza alla fortuna e ai biglietti da grattare
non riesco più a farmi del male………
ATTO DI DOLORE
Atto di dolore mi pento e mi dolgo
di non poter sudare sul tuo corpo da regina
gocce di cioccolato fondente
al latte è troppo dolce e ci impasta e ti offende
languimi e assorbimi
come se avessi i fianchi del migliore pan di Spagna
seno abbondante ingrediente del piacere
va tenuto mescolato con l’attrezzo più volgare
curve sapori
radici che si piantano alla carne per poter sbocciare un fiore
male disagio peccato tradire
parole che dopo pasto fai fatica a digerire
ma lasciami ancora affondare
la lingua e non i denti dove nasce l’animale
e sporco di tutto tranne che d’amore
abbandono i sentimenti prima che arrivino al cuore
cocci rovine io sono tuo ma senza la benedizione del re sole
furto con scasso e piacere
la tua figura nuda e’ una trappola morale
piegati ostentando in esercizio
la bellezza del tuo corpo disegnato sulla punta di
un attrezzo affilatissimo
ma poi mi perdo nel mio aspetto tribolato
un po mi rido e sempre mi compiango
e guardo di nascosto quella perfezione
che ha dato ad altre cento la figura di un cartone
con attrezzi da giardino sporchi e mal riposti
ABITARE A THORSMINDE
sono nel mio posto adesso
vicino alle parole giuste
è tutto esatto senza niente
che mi tolga il gusto
di piacermi con ogni difetto
sto aspettando l’ora giusta
per togliere i piedi dalla sabbia
mettere le mani nella tasca dei miei anni
e tirarne fuori il meglio per la cena
piove col sole
un po come piangere di allegria
piove anche col sole
fai come se fossi a casa mia
ho cancellato ogni emozione uguale
perche mi nascondeva dalle nuove
sono stato tanti strati di persone identiche
a cio che non volevo andasse via
le estremità si sporcano di più
si sporcano i confini anche di un bacio
se guardi ai bordi dell’arcobaleno troverai del grigio
ai bordi dell’arcobaleno
piove non c’è il sole
così si fa la neve
nevica sul mare
è come perdonarsi la felicità
sto vivendo e il mio posto è questo
respirando sogni che ho gia infranto
se guardo nelle mani che ho tenuto nelle tasche
vedo solamente occasioni perse
piove su un fiore
è quasi primavera quasi
non è più stagione
di perdere qualcosa che non c’è
ANDY MURRAY A PORTRUSH
IL NUDO E' COME IL PESTO
LO SENTO NELLA BOCCA
MI MANCA COSI TANTO
LO MASTICO CON L'OCCHIO
LE CREPE DELL'INNESTO
LA BUCCIA DELL'ANIMA
MI MANCA COSI TANTO
QUELLO CHE NON CONOSCO
E NON C'E' NIENTE DI ME IN UNA FRAGOLA
SULLA MIA LINGUA HA FATTO IL NIDO UNA TARANTOLA
APRI LE GAMBE
POVERO CRISTO CHE HAI AL COLLO
IL RAGNO MORDE
DOVE NON PUO ARRIVARE LA FEDE
PERDONATI PERDONATI
PERCHE LO FARAI SOLO TU
L'USO CORRETTO DELLA RAGIONE
ESCLUDE LA RABBIA E IL PIACERE
PERDONAMI , PERDONAMI
PERCHE LO FARAI SOLO TU
DEI SOGNI NEL SONNO NESSUNO HA LE COLPE
IO DORMO LA VITA CHE HO IN MENTE.
MANCANDO NEI FATTI DELLE PAROLE
RIMANGO CON POCO DA DIRE
E' SOTT'INESO CHE LA CARNE PUZZA
E QUANDO BRUCIA L'APPETITO AUMENTA
E' DICHIARATO CHE LA FIAMMA SCOTTA
LA BESTIA AL SANGUE SI MANGIA TUTTA
E' RISAPUTO CHE ANCHE IL FUMO AMMAZZA
CHE OGNI PIACERE HA UNA PARTE INFETTA
IL MALE MINORE E' SOLO UN ACCORDO
CHE RENDE IL VIZIO PIU TRISTE
GLI ANNI MIGLIORI SONO DI IERI
DI UN NON TI SCORDERÒ MAI
E POI MI PIACCIONO LE TETTE GROSSE
L'OMOSESSUALE QUANDO NON INSISTE
LE PARTI CRUDE NON LE COSE ASTRATTE
LE BOLLICINE CHE DANNO CLASSE
FACENDO FINTA DI ESSERE IL PIU BELLO
NEI PANNI COMODI CHE NON INDOSSO
IO SONO DIVERSO DA CIO CHE VOGLIO
E QUELLO CHE VOGLIO E’ DI PIU
UN ALTRO ASPETTO
UN ALTRO CONTATTO
UNA SEGRETA VIRTU
CONSOLATI PERCHE
TRA I REGALI DELL’INFELICITA
C’E LA COMPLETA TOTALE ED ASSENTE
PAURA CHE ARRIVI LA MORTE
RASSEGNATI PERCHE
QUELLO CHE ABBANDONERAI
NON SARA’ NIENTE CHE POTRAI AVERE
E NON POTRA FARTI ALCUN MALE
E NON C’E PIU NIENTE DI ME IN UNA FAVOLA
LA PRINCIPESSA SE N’E ANDATA CON UNA MUSICA
CHI VUOLE PIANGERE
SI METTA IN FILA
CHI VUOLE RIDERE
VADA AVANTI E GLI PARLI DI ME
E' SOTT'INTESO CHE NON SONO UN BELLO
CHE DA VICINO ASSOMIGLIO A UN CALLO
CHE TRA LE RIME E' FASTIDIOSO AVERE
DELLE PAROLE SENZA L’AMORE
CHE IL FALLIMENTO ASSIEME ALL’INSUCCESSO
CON LA BOTTIGLIA SPESSO VANNO A SPASSO
IL PERSONAGGIO, QUEL MALEDETTO ORMAI NON CE LA FA PIU
COME UN BISCOTTO SFATTO NEL LATTE
VIVE SUL FONDO POZZO
E LA VERGOGNA E’ SOLAMENTE UN PASSO
UN SENTIMENTO CHE SI BALLA SPESSO
OGNI RISATA CHE MI FACCIO ADDOSSO
E’ LA COPERTA DI UN PAGLIACCIO
DIMENTICHIAMOCI QUEL CHE E’ SUCCESSO
CHI HA FATTO IL DANNO E CHE COSA SI E’ ROTTO
TRA PEZZI DI CUORE COCCI DI AVERE
NON HO MAI SAPUTO CHI SONO
L’ULTIMO GESTO STRAPPA IL CONTRATTO
E UNA PREGHIERA PER ME
ANDY MURRAY A PORTRUSH
IL NUDO E' COME IL PESTO
LO SENTO NELLA BOCCA
MI MANCA COSI TANTO
LO MASTICO CON L'OCCHIO
LE CREPE DELL'INNESTO
LA BUCCIA DELL'ANIMA
MI MANCA COSI TANTO
QUELLO CHE NON CONOSCO
E NON C'E' NIENTE DI ME IN UNA FRAGOLA
SULLA MIA LINGUA HA FATTO IL NIDO UNA TARANTOLA
APRI LE GAMBE
POVERO CRISTO CHE HAI AL COLLO
IL RAGNO MORDE
DOVE NON PUO ARRIVARE LA FEDE
PERDONATI PERDONATI
PERCHE LO FARAI SOLO TU
L'USO CORRETTO DELLA RAGIONE
ESCLUDE LA RABBIA E IL PIACERE
PERDONAMI , PERDONAMI
PERCHE LO FARAI SOLO TU
DEI SOGNI NEL SONNO NESSUNO HA LE COLPE
IO DORMO LA VITA CHE HO IN MENTE.
MANCANDO NEI FATTI DELLE PAROLE
RIMANGO CON POCO DA DIRE
E' SOTT'INESO CHE LA CARNE PUZZA
E QUANDO BRUCIA L'APPETITO AUMENTA
E' DICHIARATO CHE LA FIAMMA SCOTTA
LA BESTIA AL SANGUE SI MANGIA TUTTA
E' RISAPUTO CHE ANCHE IL FUMO AMMAZZA
CHE OGNI PIACERE HA UNA PARTE INFETTA
IL MALE MINORE E' SOLO UN ACCORDO
CHE RENDE IL VIZIO PIU TRISTE
GLI ANNI MIGLIORI SONO DI IERI
DI UN NON TI SCORDERÒ MAI
E POI MI PIACCIONO LE TETTE GROSSE
L'OMOSESSUALE QUANDO NON INSISTE
LE PARTI CRUDE NON LE COSE ASTRATTE
LE BOLLICINE CHE DANNO CLASSE
FACENDO FINTA DI ESSERE IL PIU BELLO
NEI PANNI COMODI CHE NON INDOSSO
IO SONO DIVERSO DA CIO CHE VOGLIO
E QUELLO CHE VOGLIO E’ DI PIU
UN ALTRO ASPETTO
UN ALTRO CONTATTO
UNA SEGRETA VIRTU
CONSOLATI PERCHE
TRA I REGALI DELL’INFELICITA
C’E LA COMPLETA TOTALE ED ASSENTE
PAURA CHE ARRIVI LA MORTE
RASSEGNATI PERCHE
QUELLO CHE ABBANDONERAI
NON SARA’ NIENTE CHE POTRAI AVERE
E NON POTRA FARTI ALCUN MALE
E NON C’E PIU NIENTE DI ME IN UNA FAVOLA
LA PRINCIPESSA SE N’E ANDATA CON UNA MUSICA
CHI VUOLE PIANGERE
SI METTA IN FILA
CHI VUOLE RIDERE
VADA AVANTI E GLI PARLI DI ME
E' SOTT'INTESO CHE NON SONO UN BELLO
CHE DA VICINO ASSOMIGLIO A UN CALLO
CHE TRA LE RIME E' FASTIDIOSO AVERE
DELLE PAROLE SENZA L’AMORE
CHE IL FALLIMENTO ASSIEME ALL’INSUCCESSO
CON LA BOTTIGLIA SPESSO VANNO A SPASSO
IL PERSONAGGIO, QUEL MALEDETTO ORMAI NON CE LA FA PIU
COME UN BISCOTTO SFATTO NEL LATTE
VIVE SUL FONDO POZZO
E LA VERGOGNA E’ SOLAMENTE UN PASSO
UN SENTIMENTO CHE SI BALLA SPESSO
OGNI RISATA CHE MI FACCIO ADDOSSO
E’ LA COPERTA DI UN PAGLIACCIO
DIMENTICHIAMOCI QUEL CHE E’ SUCCESSO
CHI HA FATTO IL DANNO E CHE COSA SI E’ ROTTO
TRA PEZZI DI CUORE COCCI DI AVERE
NON HO MAI SAPUTO CHI SONO
L’ULTIMO GESTO STRAPPA IL CONTRATTO
E UNA PREGHIERA PER ME
DUE MARGHERITE DISPARI
quando io mi sveglio comincio a sognare
non lo faccio apposta è così reale
quando sono stanco devo respirare
quanto io mim manco non lo posso dire
ma questa è colpa mia
quando posso ridere resto a farmi male
quando devo piangere portami a dormire
li riesco a prendere fiato piano piano
e a perdonarmi quello che sarò
quando invidio tutte le altre vite
perché sono fermo solo a ciò che so
non restare qui
che ti ammalerai
un ombra non ha forza
né carattere e verità
quando avrò le ali riuscirò a volare
quando avrà pazienza riuscirò a imparare
sarò un prestigiatore di parole e sarò bello da vedere
il cuore non farà più male
e smetterò per sempre di cercare
ma questa è una bugia
DEVOZIONE ALLA VACCA
Cosa metto dentro al sacco per un viaggio che non finirà
tolgo il gatto che proprio adesso mi fa le fusa e mi dice
non andare via
miagolando disperato mi rincorre dice portami con te ovunque andrai starò tranquillo e zitto
dentro al sacco ma voglio vedere il modo com’è fatto
io col gatto un treno espresso
un cattivo uomo chiede il suo biglietto
io lo guardo con la faccia storta
questo è un gatto un animale non paga il biglietto
vuoi viaggiare sulla fantasia
e biglietto per il gatto sia
noi, a piedi perché il viaggio troppo caro
con l’entusiasmo andato via col treno
perché fa tutto rima col denaro
e poi all’improvviso una carrozza
guidata da una bambola di pezza
sotto la pioggia che la rende così fine
ci offre un passaggio per la sua destinazione
salite presto
non vi ingannate
io so chi siete e so cosa cercate
paura un po
curiosità
ma il gatto ed io voglia lasciare la città
salgo in carrozza quindi tiro la tenda
col gatto in spalla che mi dice
guarda su
una porta fa soffitto alla carrozzano su scritto
aprii in fretta e tieni forte
cosa faccio, guardo il gatto poi perplesso me lo chiedo
sarei matto senza un dubbio ad aprir la porta adesso
ma la ragione è in una borsa
no può far niente mentre apro quella porta
so ius occhio al gatto
ha il pelo dritto
apro la porta si la apro tutta adesso
no non so la fine che farò però ci sto
voglio rischiare perché me lo devo
senza un avventura io non ci sto più
Volo via, la bambola è di carne adesso e mi saluta
mentre io mi chiedo che profumo faccia la magia
quindi si rovescia l’universo ed una stella mi finisce in mano
per ogni treno perso c’è un biglietto solo
sotto una lacrima c’è più di un visto
e allora viaggiati e non dormire in nessun posto che ti sembri vero
ascolta solo l’aria che col suo profumo suggerisce il tuo sorriso
dimenticati di avere sfortuna la tua vita vale un giorno solo
dormila soltanto quando sarai sveglio e ti accorgerai
che stai dormendo proprio su quel treno
1° OTTOBRE A SKAGEN
ridimi, lo so che non sono normale
allontanati perché io sono più di un animale
credimi se dico che non ho parole
perdonami ma più di cosi non posso fare
tanto prima o poi vedrai riuscirò ad andar via
cosi lontano che anch’io mi scorderò di me
stancati che la fatica abbassa i desideri
svegliati i sogni non cadono in piedi
io vorrei esser mio
io vorrei esser mio
e se lo fossi mi libererei di me così
lasciando detto all’anima che non ho più nostalgia
guardami, dove ho sbagliato sono grande
e questi anni sotto agli occhi lo rendono presente
ridimi, lo so che non sono reale
allontanami da me cosi non mi farò più male
tanto prima o poi lo so che non succederà
resterò a guardare l’aria che non cambierà
UN AMARETTO DI TROPPO
colpa mia colpa mia
non lo so ma può darsi che sia
colpa mia solo mia
di qualcosa che non va più via
colpa mia e anche un po sua
se mi son perso in una poesia
in un gesto gridato dal largo proscenio
sperando in una magia
e la gioia di un attimo solo
per esser felice di quello che sono
restano solo parole che a caso
nascondono una malattia
giro in tondo rincorrendomi scappo da me
se mi spengo non mi spaventerò più
vado via, vado via
questa ormai non è più casa mia
mi consola la nebbia rendendomi i pezzi
di quella che forse era un po di allegria
vieni via, andiamo via
che ci credano gli altri al perdono e al castigo
noi vivremo in quadro gelato al pistacchio
e il freddo non andrà più via
fulmini e tuoni faranno un concerto
portato dal vento soltanto per noi
poi nel silenzio nascosti nel bianco
nessuno ci troverà più
credi in dio credete in dio
tanto lui non vi crederà mai
e lasciatemi odiare di assurda ragione
lasciatemi queste parole cattive
e poi basta, esistere è trucco
cominci a giocare che è già scacco matto
io chiedevo per me solamente una parte
di basso profilo al massimo un fante
desideri che vanno via con un tram
sembra ieri e invece non c’è stato mai
UNA CANZONE PER ME
baciami
come se fossi giovane negli anni
perché è tutto finto esserlo dentro
io lo so,
so quasi tutto di te
ma non lo dirò
le cose che ci descrivono
sono quelle che oramai trovi solo in un angolo
e poi si buttan via.
dimmi una bugia io la crederò
tanto quel che serve solo un attimo
dimmi la verità chiedimi la realtà
è ancora una bugia
le parole quelle che restano fanno llai lalai lalai lai lai lalalalalai
qui si trattengono
poi si lasciano andar via da sole delle immagini che ti perdonano
col tempo perdono colore ma non cambiano
si allontanano lasciandoti un sorriso a cui non crederai
IL FIGLIO DI CARONTE
tu, che non mi pensi quant’è
che non ti tocchi più pensando a me
quant’è
che non bacio la tua bocca
la pelle umida e sudata
quanto tempo è
che abbiamo perso l’indecenza
e la promiscuità
perché
ha vinto sempre la ragione
che col tempo è malattia
io, che non sto bene con me
quello che desidero non so nemmeno io quant’è
la cifra in anni che darei
per vivere soltanto un giorno
nel vestito del tuo corpo
e indossandoti poi cercherei di corrompere il tempo
non gli chiederei più dell’eternità
in una goccia sul mio corpo che cancelli ogni rimpianto
tu sei più bella del sole
ma a me la luce fa male
buona sei buona come il pane ma..
chi spezza il pane poi muore male
la mela porta il male
sposa che piano piano consuma
suora che fa l’amore da sola in chiesa ( s’annoia )
casa cosa mi ha rovinato la vita ancora
prega , che dopo l’anima ci sia il perdono e non una ripresa.